La Luce e la vita

La letteratura sull’Aldilà

 

Che cosa accade dopo la morte? La vita prosegue? In quale forma?

A queste domande eterne e inevitabili Raymond A. Moody, risponde in modo nuovo, basandosi su racconti e testimonianze di persone che dopo aver "vissuto" la morte hanno potuto riferire le loro esperienze.
Una grande avventura intellettuale, all'incrocio fra scienza, religione e filosofia, che ci porta a conoscere eventi straordinari e ci fa riflettere sul nostro destino.

"Una ricerca come quella presentata in questo libro dal dott. Moody - scrive Elisabeth Kubler-Ross nella presentazione - chiarirà molte cose e confermerà quel che ci hanno insegnato da duemila anni: esiste una vita oltre la vita. Benché egli non affermi di aver studiato la morte in se stessa, dai frutti delle sue sue ricerche appare chiaro che il morente resta consapevole di quanto lo circonda anche dopo essere stato dichiarato clinicamente morto.

Questo coincide con le mie personali ricerche, con le dichiarazioni di pazienti ritornati alla vita, dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, contro ogni nostra attesa o speranza e spesso con profondo stupore di medici assai noti, specialisti indiscutibilmente di vaglia".


Raymond A. Moody jr. é nato a Macon (Georgia) nel 1944. Ha insegnato per tre anni etica, logica e filosofia del linguaggio alla East Carolina University. Successivamente si è laureato anche in medicina al Medical College della Georgia.

È diventato famoso pubblicando testi e raccogliendo informazioni e testimonianze sui fenomeni di pre-morte, in cui pazienti che si sono avvicinati molto alla morte (coma, infarto), hanno raccontato le sensazioni provate durante la fase di incoscienza. Le testimonianze di queste persone hanno mostrato spesso un forte elemento spirituale e un notevole grado di somiglianza.

 

Raymond A. Moody, La vita oltre la vita. Studi e rivelazioni sul fenomeno della sopravvivenza, Milano, Mondadori.

 

 

——  La questione  ——————————

 

Sul sito del Cicap, F.D’Alpa scrive: “Nel suo ultimo libro (L’ultimo sorriso, Mondadori) Moody fa un importante passo indietro, precisando meglio le sue convinzioni sul tema, rimangiandosene alcune, e correggendo non poco il tiro.

In particolare, sostiene di non avere mai avuto alcuna personale certezza circa l'esistenza di una vita oltre la morte, e di avere solo cercato di porre agli altri e a se stesso delle inquietanti domande su quanto viene narrato da centinaia di pazienti.

I suoi lettori si sarebbe però ingannati circa le sue autentiche opinioni in proposito, sulla pretesa di fornire delle convincenti risposte in favore dell'esistenza dell'aldilà.

La responsabilità di quest'equivoco sarebbe infatti tutta dei suoi editori, che avrebbero sempre manipolato i suoi testi, per fini puramente commerciali, in particolare eliminando l'ultimo capitolo di "La vita oltre la vita", in cui egli, nella versione originale, spiegava "dettagliatamente perché le esperienze di pre-morte non possono essere ritenute una prova scientifica della vita oltre la morte".

 

Infine, tra l’altro, F.D’Alpa scrive:”Alla fine della lettura di questo interessante libro, risulta chiaro come un altro dei miti popolari del nostro tempo, a forte connotazione religiosa, stia per crollare definitivamente. Chi crede di essere tornato indietro dallo stato di pre-morte, in realtà avrebbe solo vissuto un complesso passaggio della vita (non della morte), impossibile prima del perfezionamento delle tecniche di rianimazione e di anestesia”.

 

——  La mia opinione  —————————

 

No, non crolla nessun mito, mettevi l’anima in pace!

Premesso che considero sempre rispettabili le opinioni di chicchessia, tuttavia la mia convinzione sul Cicap è che si tratti, per la maggior parte, di un gruppo di scettici di professione, cioè di persone che si reputano depositarie di una verità che difendono in maniera, quasi sempre, preconcetta.

Niente di vergognoso, per carità. Ognuno è libero di essere ciò che desidera e di pensare quello che vuole.

E credo pure che abbiano anche dei validi motivi, dal momento che il mondo è pieno di imbroglioni e di approfittatori. E nell’universo del paranormale ci sono le fabbriche di questi personaggi.

Fatta questa premessa andiamo ad esaminare il punto.

 

Moody sostiene, oggi, di non avere mai avuto alcuna personale certezza circa l'esistenza di una vita oltre la morte.

 

Bene ed allora? Tutto qui? Cosa c’è di straordinario?

La convinzione di un uomo, un medico, quindi una persona di scienza, un professionista di fama internazionale, che sa bene che non avrebbe mai potuto convincere del contrario lui e noi, solo raccontando quelle esperienze, pur esaltanti e straordinarie,  vissute da altri.

Come dire: i miracoli esistono. Ma da qui ad affermare che questi provano inequivocabilmente l’esistenza di Dio...ce ne corre!

Da uomo intelligente, aveva forse anche capito che insistere avrebbe potuto compromettere la sua carriera di medico, oltre che alienargli le ulteriori simpatie di un mondo scientifico che vede sempre con sospetto “certe faccende” ed ha pensato bene di “correggere il tiro”.

Inoltre non mi pare che Lui sconfessi alcunché.

Dice solo che non può dimostrare le ipotesi che sono alla base delle sue ricerche.

Non ci vedo niente di apocalittico.

Il contrario sarebbe stato provare inequivocabilmente che esiste una vita dopo al morte e dimostrarlo scientificamente …

Sicuramente avrei pensato, quanto meno: “questo straparla” … E quindi?

 

Certo, ho letto quasi  tutti i suoi libri e l’impressione che ho avuto è che Lui fosse piuttosto convinto dell’esistenza di un Aldilà, dimostrata dalle sue ricerche ed asserzioni nonché dalla verosimiglianza e buona fede delle esperienze descritte.

Non era vero? Non era così sicuro? Pazienza.

Ha cambiato idea per motivi economici o di convenienza? Fatti suoi.

Non per questo le esperienze narrate diventano meno importanti o false.

I lettori avranno pure il diritto di farsi la loro opinione, relativamente ai fatti (veri) narrati. O no?

Le sue mutate asserzioni sono importanti ma non decisive per chiunque abbia la voglia, la cultura, le capacità di farsi opinioni proprie …

La sua poteva essere un di più. L’opinione di un esperto, di un competente, di un uomo importante, affermato.  Non quella esclusiva o la più vera.

Niente di straordinario o definitivo, quindi.

E se fosse, la  Sua, una mera operazione commerciale? Persino l’articolo sopra citato lo lascia supporre...

Casomai tra altri quattro anni per motivi corrispondenti, ci ripenserà ancora.

 

Ed infine, se quelli del Cicap non lo ritenevano affidabile quando sembrava essere convinto che le esperienze NDE fossero la prova del fatto che esistesse una vita dopo la morte, perché mai dovrebbero fidarsi di Lui oggi, quando afferma nutrire inattesi dubbi in proposito?

Comunque i dubbi, quelli veri, oltre ad essere legittimi sempre, rendono, secondo me, più convincenti le opinioni e maggiormente affidabili le persone.

Sono garanzia di serietà e di onestà intellettuale.

Indipendentemente dalle tesi sostenute, che possono essere condivise e non.

 

—— Approfondimenti ————————

 

Spinto dalla curiosità per questa nuova polemica ho deciso di andare a rileggermi i primi due volumi della serie del Moody, cioè “La Vita oltre la Vita” e “Nuove ipotesi sulla Vita oltre la Vita” ed una scorsa veloce agli altri.

Vediamo un po’ quanto poteva essere fondata questa questione.

La mia prima lettura ormai risaliva ad almeno tre, quattro anni orsono e molti concetti ed impressioni si erano, ovviamente, persi tra i ricordi…

 

Ebbene in nessun punto dei libri ho trovato scritto e quindi affermato che  Moody avesse certezza che i racconti da Lui riportati fossero una prova scientifica, o non, dell’esistenza dell’Aldilà.

 

Anzi Lui non perde occasione per fare “distinguo” di ogni tipo.

A pagina 13 del La vita oltre la vita, Studi e rivelazioni sul fenomeno della sopravvivenza, Milano, Oscar Mondadori B.S - Ed.2000 rist.22, scrive:

 

“Desidero dichiarare subito che non intendo, e ne spiegherò più avanti i motivi, provare l’esistenza di una vita oltre la morte. Né ritengo che una prova nel senso stretto del termine, sia attualmente possibile…

Molti, ai quali le affermazioni contenute nel mio libro parranno incredibili, reagiranno negandole senza ulteriore riflessione. Non ho il diritto di biasimarli: soltanto alcuni anni fa anch’io avrei reagito così.

Non chiedo che nessuno accetti il contenuto di questo libro sulla mia sola parola. Non solo, come studioso di logica che nega la validità dell’ipse dixit, desidero espressamente che nessuno lo faccia.

Chiedo soltanto a quanti non credono a quello che leggono di cercare da loro stessi”.

Quali le contraddizioni nella sua affermazione di oggi, quindi? Non ne vedo.

 

Ma ancora meglio il Moody rafforza il concetto alla fine del libro a pag.155 (fosse questo il capitolo che è stato omesso dall’editore americano?). Scrive:

 

“Mentre scrivevo questo libro ero accompagnato dall’acuta consapevolezza che il mio scopo e le mie prospettive potevano venir fraintesi.

In modo particolare, vorrei dire ai lettori dalla mente scientifica che sono pienamente conscio di non aver fatto opera scientifica. Ed ai colleghi filosofi che non mi illudo di aver provato l’esistenza di una vita oltre la morte.

….

Quando si afferma di aver tratto una determinata conclusione si afferma implicitamente che chiunque parta dalla stesse premesse deve arrivare alla stessa conclusione, sempre che non abbia commesso un errore di logica.

Questo spiega perché io rifiuti di trarre conclusioni dal mio studio e perché affermi di non voler fornire una prova dell’antica dottrina della sopravvivenza alla morte corporale.

Penso tuttavia, che le esperienze di pre-morte da me studiate siano assai significative, e mi propongo di trovare una via di mezzo per interpretarle — una via che né le respinga, perché non rappresentano una prova logica o scientifica, né le esalti emotivamente, perché provano l’esistenza di una vita oltre la morte.

Allo stesso tempo ritengo possibile che la nostra attuale incapacità a fornire una prova non rappresenti una limitazione imposta dalla natura delle esperienze di pre-morte. Ma piuttosto una limitazione dei sistemi del pensiero logico  e scientifico attualmente riconosciuti.

Forse il punto di vista dei filosofi e degli scienziati del futuro sarà assai diverso.

Eccomi dunque non a conclusioni, prove, testimonianze ma con qualcosa di meno definito: sentimenti, domande, analogie, fatti inquietanti da spiegare.

Si tratta di considerazioni psicologiche, non logiche. Non oggettive”….

 

Più onestà intellettuale di questa...

Non vorrei che la storia fosse che noi abbiamo messo in bocca a Lui opinioni che non gli appartenevano completamente, oppure che Lui possa aver dato l’impressione, nella foga di descrivere e commentare con entusiasmo certi racconti, di essere convinto che questi provassero, oltre ogni ragionevole dubbio, l’esistenza di una vita dopo la morte.

Insomma mi viene il sospetto che questa faccenda l’abbiano messa su altri, piuttosto che il Moody.

 

Rimango convito che la letteratura del Moody resti una pietra miliare nella storia e nell’interpretazione, anche culturale, dei fenomeni di NDE.

Si tratta di esperienze. Vere. Tutte replicate da persone diverse in posti diversi. Non vi viene in mente nulla di “scientifico”?

 

Infine la seguente considerazione:

Centinaia di anni prima di Cristo, filosofi greci come Democrito avevano concepito una teoria atomica della materia.

Postulavano l’esistenza di minuscole particelle indivisibili. Lo facevano basandosi in parte su ragionamenti astratti, deduttivi, metafisici ed in parte su osservazioni empiriche di vari fenomeni naturali. Lungo i secoli il concetto di atomo mutò e cambiarono le tecniche per  provarne l’esistenza.

Infine la teoria atomica finì per essere universalmente condivisa.

Credo sia teoricamente possibile che, allo stesso modo, molti possano infine giungere ad accettare intellettualmente, sia pure senza una prova definitiva, che vi è un’altra dimensione dell’esistere che è l’anima al momento della morte.

Neanche l’amore nessuno lo ha mai visto. Eppure ...esiste! C’è.

 

 

 

(continua, in preparazione...)

 

 

 

 

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Elisabeth Kübler-Ross, La morte e la vita dopo la morte. La nascita ad una nuova vita, Roma, Edizioni Mediterranee, 1991. 

              

Svizzera di nascita, Elisabeth Kübler-Ross vive da molti anni negli Stati Uniti. È psichiatra e ha svolto un lavoro pionieristico nel campo dell'assistenza ai malati terminali e della ricerca sulla morte e il morire. Per questi suoi lavori scientifici le sono state conferite da varie università lauree honoris causa. Grazie al suo impegno e alla sua instancabile attività, l'assistenza ai morenti e la ricerca sulla morte sono divenuti di grande attualità. Le innumerevoli ore trascorse accanto ai pazienti allo stadio terminale le hanno consentito di fare scoperte che sono in seguito state confermate da altri ricercatori e che sono ormai patrimonio acquisito di questo campo di studio.

 

"Per tanti secoli - dice Elisabeth Kübler-Ross - si è cercato di convincere la gente a credere alle cose ultraterrene. Per me non è più questione di credere, ma di sapere: la morte è soltanto il passaggio ad una casa più bella!". E ancora: "La morte è un passaggio ad un altro stato di coscienza, in cui si continua a sentire, a percepire, a vedere, a ridere ... e si continua a crescere psichicamente e spiritualmente".

 

Finalmente un’opinione chiara e senza equivoci.

Pare che oggi vada tanto di moda nascondersi dietro un filo d’erba, per poter sempre avere una via d’uscita.

A me, invece piacciono le posizioni chiare, non ambigue od opportuniste.

Capisco che su certi argomenti la cautela sia d’obbligo.

Ma chi è che disse “Beati coloro che credono, senza vedere” …?

 

 

 

(continua, in preparazione...)

Esiste la vita dopo la morte?

La “vexata quaestio” a partire dall’ultimo sorriso.

Un raggio di luce cominciò a brillare...

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