La Luce e la vita

Carlo e la mamma Myriam.

Sotto, il papà, Vincenzo.

Gli interessi

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Non è facile parlare di se e dei propri interessi. Posso dire solo che sono legati ai valori veri e fondamentali della nostra esistenza.

Forse sarebbe giusto che fossero gli altri a descrivere, sommariamente, la mia personalità.

Detto fatto, ho chiesto ciò ad un paio di colleghe di scuola, una molto brava in  “public relations” e che svolge una intensa attività di questo tipo, nel nostro Istituto Tecnico, l’altra una valida insegnante ed una sincera amica.

 

 

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Ecco le Loro opinioni:

“Carlo è una persona molto aperta e disponibile ma anche prudente ed accorta.

Sensibile e riflessivo offre tutto se stesso nei rapporti umani, rapporti che, alla lunga, arricchiscono i suoi conoscenti.

La sua personalità è poliedrica ma con principi assolutamente fermi, pur con grande apertura mentale.

Ascolta volentieri ma preferisce farsi ascoltare perché ha molte cose da dire e soprattutto da voler condividere.

I suoi interessi principali sono rivolti alla ricerca del senso della vita.

Cattolico non tanto praticante (dice lui) è un fervido sostenitore dell’entità superiore e dei mondi possibili che trascendono la nostra realtà sensibile.

Svolge ricerche soprattutto partendo dal filone scientifico americano e intrattiene alcuni rapporti professionali con i maggiori ricercatori della scienza e della fisica.

E’ uno studioso con basi umanistiche accentuate, comprovate dal  suo stile nel ragionamento.

E’ dotato di spiccato pensiero divergente che spesso lo porta ad allontanarsi da tutti coloro i quali pensano in modo uniforme.

L’altra sua grande passione è la fotografia, attività che ha svolto regolarmente ottenendo buoni riconoscimenti in ambito locale e nazionale e che ora, a causa degli impegni di vita e familiari, segue in modo più occasionale”. (V.C.)

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“Ho il piacere di essere oltre che una sua collega di corso, anche un’amica e, talvolta, confidente.

Mi colpisce molto la sua generosità disinteressata, l’onestà, anche nel pensiero ma, soprattutto, la sua autoironia.

Curioso nella vita e sempre pronto al dialogo, pur nella sua semplicità ed umiltà.

Con questo non vorrei che pensaste a lui come ad un santo; è straordinariamente normale ma sempre fiero delle sue conquiste intellettuali e per la sua fede, profonda”. (E.F.)

Per ulteriori informazioni:

Un raggio di luce cominciò a brillare...

Attraverso le proprie opinioni è possibile farsi un’idea più esatta di ciò che siamo e della nostra personalità.

Con la pubblicazione della seguente lettera aperta otterrò, forse, lo scopo di far capire meglio le mie opinioni e di comunicarle anche ai diretti interessati, se avranno voglia di leggerla…

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Al Sig. Presidente del CICAP ed ai Sig.ri Soci 

 

Egregi Signori,

quando nella Vita le nostre opinioni si fondano solo sulle proprie personali esperienze e convinzioni, allora si commette l’errore di ritenere di essere custodi di un dogma: la certezza assoluta della verità. Che naturalmente poi viene contestata agli altri…

E’ il Vostro caso, sembrerebbe.

Secondo me, qualsiasi persona obiettiva coniuga, invece, le informazioni che sicuramente possiede, con i dubbi, propri di chi cerca di capire avendo rispetto di se stesso e degli altri, oltre che all’attenzione e l’approfondimento di tutte le altre possibili soluzioni od indicazioni.

Solo così l’uomo può crescere ed imparare comprendendo che non siamo noi e le nostre convinzioni assolute, al centro del mondo, e che possono esistere altre “esperienze”, altre realtà, altrettanto rispettabili e forse anche più vere, o chissà, davvero vere…

La pretesa poi di parlare in nome o per conto della Scienza...fa sorridere.

Quale Scienza? Quella di oggi? Quella di cent’anni fa?

Siete sicuri di come sarà quella fra cent’ anni a venire, tanto per non andare più lontano?

E poi, non siate patetici…

Gli illustri personaggi che sventolate come Vostri sostenitori, dotti scienziati o scrittori, non sono quasi tutti schierati politicamente?

(Non è un delitto, per carità, ma, per me, Scienza e politica è meglio che siano separate).

Tutta gente forse dotata di sano ateismo, condito da un pizzico di fede socialista, un goccio di comunismo e un po’ di buon laicismo in salsa anticristiana (non anti-religiosa perché saranno schierati certamente a favore del rispetto di tutte le altre fedi…è un classico dell’ipocrisia…).

Se poi fossero tutti di destra non cambierei una virgola del mio ragionamento.

State tranquilli.

Questo è il mix della Loro e della Vostra “certezza”.

Mi permetto di dire della Vostra poiché vantate il Loro appoggio…

Io non sarei così orgoglioso.

L’aver scoperto questo o quel segreto scientifico o il saper parlare e scrivere bene, nel caso di illustri scrittori o giornalisti, fa certamente di Loro uomini e donne importanti a cui faccio tanto di cappello e che hanno certamente il mio rispetto e la mia gratitudine dal punto di vista umano, intellettuale, scientifico, letterario…ecc...ecc.

Ma da qui a pensare che tutte le Loro opinioni su “altri” argomenti (o semplicemente inerenti) sia sempre giusta o che la Loro “benedizione” certifichi, in un certo senso, le Vostre tesi, sempre comunque rispettabili quando non vendute come verità…, NO, questo proprio NO…!

Questa sciocchezza la potete pensare solo Voi. Permettetemi.

Quanto poi alla scoperta del secolo: il mondo è pieno di imbroglioni e millantatori…

Ma perché ci voleva il CICAP per scoprirlo? Non sapete che questo vale per tutti ed in ogni campo?

Cosa Vi rimprovero?

Superbia, saccenza, opinioni rispettabili ma vendute come verità assolute, mancanza di riguardo nei confronti di chi non la pensa come Voi o di chi ha fede, che non è “creduloneria” come spesso fate intendere. Fede a volta intrisa di sangue o martirio, come anche recentemente registrato. Poca autocritica, poca modestia, molta cattiveria. Tante opinioni e poco spazio per quelle degli altri.

Poca apertura mentale…pochi dubbi…solo certezze. Le Vostre.

Piccolo esempio: quando sostenete di scienziati, medici o studiosi che parlano di NDE come di fenomeni chimici o fisiologici, dimenticate di ricordare che altri scienziati o medici la pensano in maniera diametralmente opposta e lo dimostrano. E allora? Tutti fessacchiotti ed ingenui?

A parte le Vostre rispettabili opinioni, cosa vi fa pensare di essere certamente nel giusto quando confutate, demolite o sembrate bollare come sciocchezze quelle degli “altri”? Vi credete migliori? Superiori? Socialmente progressisti? Grandi scienziati? Unici depositari della Verità?

E’ chiaro che ci vorrebbero giorni per confutare molte Vostre tesi.

Non mi interessa farlo.

Ognuno pensi ciò che vuole. Poi si vedrà.

Forse basterebbe che foste meno superficiali, più rispettosi di tutti e più aperti alla Vita, che è qualcosa di più bello e complesso della scarsa apertura mentale e dell’immensa presunzione di tanti scienziati, giornalisti, scrittori o dei numerosi tuttologi di turno…e di parte.

Aprite le porte e fate arieggiare le stanze (meglio lasciarne qualcuna aperta…).

L’aria pulita fa bene alla salute.

Anche a quella spirituale, oltre che alla Vostra coscienza.

 

Con simpatia, nonostante tutto. Distinti saluti.

Carlo M. Seritti   (2007)

Stefania, mia moglie ed a lato mio figlio Vincenzo, a Diamante.

Mia figlia Arianna con Stefania a Trieste. A lato Ari e Francesco, un suo e nostro amico.

Due miei cari amici: i topini.

Quanta umanità negli animaletti...

LA RICERCA NELLA SCUOLA

 

Esistono due distinte forme di ricerca.

La ricerca condotta da insegnanti di scuola e quella accademica hanno finalità diverse e devono rimanere distinte.

La ricerca accademica mira ad accrescere le conoscenze in ambiti e contenuti stabiliti dalla comunità scientifica, argomentando nuove tesi in modo convincente per tale comunità. La ricerca degli insegnanti – come ogni altra, condotta da professionisti sulla loro pratica professionale – tende a risolvere problemi professionali.

l principale referente è la comunità professionale, cioè l’insieme degli insegnanti (e ciò implicitamente risponde anche alla domanda cruciale chi valuta questa ricerca?).

Deve essere finalmente chiaro che la ricerca universitaria non include quella professionale degli insegnanti, come la più ricca, complessa e approfondita comprende quella più povera, cialtronesca e superficiale.

La scuola ha criteri propri di selezione dei contenuti e di orientamento culturale che non sono quelli accademici. Il suo punto di partenza non è nello stato delle conoscenze teoriche in quel dato dominio disciplinare, bensì nell’analisi dei bisogni degli studenti e negli obiettivi formativi che se ne ricavano.

Per questo l’Università non può dettare alla scuola le prospettive metodologiche, né concorrere più di tanto al suo rinnovamento.

Forse è ancora una volta il caso di ricordare l’opinione di Walter Benjamin, quando si chiedeva se non fosse il caso che la didattica orientasse la ricerca, piuttosto che viceversa: “Ciò che importa è forse meno un rinnovamento della didattica da parte della ricerca, che quello della ricerca da parte della didattica”.

A nessuno sembra neppure passargli per la testa l’idea che “le competenze necessarie a costruire la nuova scuola si trovano già nella scuola, in avanguardie di insegnanti probabilmente minoritarie, ma consistenti, che hanno maturato esperienze e riflessioni: e non sono da cercare altrove”.

Ma la ricerca che serve davvero agli insegnanti non sta sulla sponda opposta rispetto alla scuola, sta dentro la scuola.

Basta farla emergere o forse – conformemente al primo precetto della Scuola Salernitana, che prescriveva al medico almeno di non nuocere (Primum non nocere) – basterebbe non impedirle di nascere o,meglio ancora, non impedirle di vivere quando è già nata.

 

(Rielaborazione di opinioni condivise) Carlo M.Seritti