La Luce e la vita

La Sintropia

Il teorema dell’amore

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SCOPERTA DELLA LEGGE DELLA SINTROPIA

 

La formula E = mc2, da sempre associata all'immagine e al lavoro di Albert Einstein, fu in realtà pubblicata per la prima volta da Oliver Heaviside nel 1890 e successivamente perfezionata da Henri Poincaré (1900) e da Olindo De Pretto (1903), divenendo poi famosa con la relatività di Einstein (1905), il quale la integrò con il momento (la velocità) nell'equazione energia/momento/massa: E2 = c2p2 + m2c4. In questa equazione, l'energia totale (E), in qualsiasi forma essa si manifesti, è il risultato della somma dell'energia presente nel momento (p) e nella massa (m), moltiplicate per la velocità della luce (c).  Le soluzioni dell’equazione energia/momento/massa sono sempre due: +E e -E. Una caratteristica delle radici quadrate è infatti quella di portare alla duplice soluzione positiva e negativa. Ne consegue che in base alla relatività di Einstein:

· la soluzione positiva (+E) descrive energia che si muove nel verso a noi familiare, dal passato verso il futuro, propagando i suoi effetti in avanti nel tempo: causalità;

· la soluzione negativa (-E) descrive energia che si muove a ritroso, dal futuro verso il passato, propagando i suoi effetti indietro nel tempo: retrocausalità.

Einstein indicava questa duplice causalità Übercausalität cioè supercausalità: da una parte cause meccaniche, dall’altra retrocausalità.

Nei sistemi inerziali in cui la velocità (p) è pari a zero, cioè in quei sistemi in cui l’osservatore e l’oggetto osservato condividono le stesse velocità, la componente della velocità (il momento) si azzera, in quanto c2p2=0, e l’equazione si semplificava nella famosa E = mc2 con soluzione sempre positiva (+E) riducendo, quindi, la spiegazione alla sola causalità meccanica.

Tuttavia, nel 1924 Wolfgang Pauli, studiando l’emissione spettrale dei metalli alcalini, scoprì lo spin associato all’autorotazione degli elettroni. Lo spin degli elettroni corrisponde ad una velocità (p), ad un moto, che non può essere azzerato, in quanto parte costitutiva della materia stessa: infatti, anche un oggetto perfettamente immobile ha in sé il movimento che deriva dallo spin degli elettroni di cui è composto. Ciò tolse legittimità alla semplificazione della formula energia/materia/massa nella formula ad energia positiva: E = mc2, implicando quindi il passaggio dalla causalità meccanica alla supercausalità.

Nel 1926 Klein e Gordon inserirono l’equazione energia/momento/massa all’interno dell’equazione di propagazione delle onde di Schrödinger, al fine di rendere quest'ultima relativistica. Klein e Gordon si trovarono così di fronte al fatto che la loro formula, nota come equazione di Klein Gordon (o di D’Alambert), presentava due soluzioni: onde che si propagano dal passato verso il futuro (+E) e onde che si propagano a ritroso dal futuro verso il passato (-E).

Nel 1928 Paul Dirac cercò di risolvere l’assurdo dell’energia negativa e delle onde che si propagano a ritroso nel tempo applicando la formula energia/momento/massa allo studio dell’elettrone, rendendolo in questo modo relativistico (equazione di Dirac). Con sua grande sorpresa la "scomoda" doppia soluzione si presentò nuovamente, nella forma dell’elettrone e dell'antielettrone.

Nel 1932 Carl Anderson osservò l’antielettrone negli sciami di raggi cosmici e lo chiamò positrone. E' importante sottolineare che Anderson fu in questo modo il primo a dimostrare l'effettiva esistenza dell'energia negativa e delle onde che si propagano a ritroso nel tempo: non solo una "stranezza" matematica, dunque, ma anche e soprattutto una realtà empirica.

Nel 1934 Heisenberg, Pauli e Jordan rigettarono “d’autorità” l’esistenza dell’energia negativa “in quanto priva di senso”. Nasce così il Modello Standard della fisica e lo scontro tra due concezioni dell’universo. La prima concezione si basa sull’equazione energia/momento/massa di Einstein, sull’equazione di Klein-Gordon e sull’equazione di Dirac e vede il presente come il prodotto di cause (onde) provenienti dal passato e di cause provenienti dal futuro (attrattori); la seconda concezione, nota anche come Modello Standard (SM, Standard Model), rifiuta "d’autorità" l’esistenza di cause collocate nel futuro e cerca di spiegare tutti i fenomeni osservabili nell'universo come prodotti della sola causalità meccanica (cause collocate nel passato).

 

Nel 1942 Luigi Fantappiè (uno dei maggiori matematici italiani) dimostrò che la soluzione positiva dell’energia (+E) è governata dalla legge dell’entropia, mentre la soluzione negativa dell’energia (-E) è governata da una legge simmetrica all'entropia, da lui chiamata sintropia. Studiando le proprietà della sintropia Fantappiè scoprì, con suo grande stupore, la coincidenza tra queste proprietà e le caratteristiche tipiche dei sistemi viventi, quali ordine, organizzazione, crescita e tendenza alla complessità; egli arrivò così ad affermare che le proprietà tipiche della vita sono la conseguenza di cause collocate nel futuro.

Come è noto, l’entropia è descritta dal secondo principio della termodinamica in base al quale in ogni trasformazione di energia (ad esempio trasformando il calore in lavoro), una parte di energia si dissipa nell’ambiente: quando l’energia dissipata nell’ambiente è distribuita in modo uniforme (ad esempio non vi sono più variazioni di calore) si raggiunge uno stato di equilibrio in cui non è più possibile trasformare l’energia in lavoro. Questo stato di equilibrio è anche noto come “morte termica”.

I fenomeni sintropici, al contrario, si caratterizzano per la tendenza alla concentrazione dell’energia, alla creazione di differenziazione ed ordine e al mantenimento del sistema lontano dalla “morte termica”. Fantappiè notò immediatamente la coincidenza tra le proprietà dei fenomeni sintropici e le qualità tipiche dei sistemi viventi.

Fantappiè presentò la sua teoria il 30 ottobre 1942 presso l’Accademia d’Italia in un volume intitolato “Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico” (Fantappiè, 1942).

 

Prigogine ha mostrato come il rifiuto preconcetto della soluzione negativa dell’energia ha portato all’incapacità di comprendere i meccanismi che sottostanno le qualità proprie della vita, dividendo in questo modo la cultura in due: da una parte la scienza meccanicista, dall’altra la vita e le finalità, attualmente trattate al di fuori della scienza (religione). Si è venuto così a creare un equilibrio tra scienza meccanicista (cause collocate nel passato) e religione dogmatica (finalità e cause collocate nel futuro) alla quale Prigogine da il nome di “vecchia alleanza”. Secondo Prigogine, l’allargamento della scienza alla soluzione dell’energia negativa porterà a ridefinire l’alleanza tra scienza meccanicista e religione dogmatica, aprendo così la strada ad una nuova cultura in cui scienza e religione si integrano e che lui definisce come “nuova alleanza”.

 

[Tratto da www.sintropia.it]

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Naturalmente a livello scientifico si è scatenata la bagarre. Chi in favore chi contro la teoria del Fantappiè. Di seguito viene riportata l’opinione di chi non vede di buon occhio, motivandole, le conclusioni del nostro.

Dopo, nelle note, alcune mie osservazioni a riguardo.

 

La maledizione sintropica  (di L.Chiatti - http://www.fantappie.it)

 

Fantappié e Arcidiacono erano degli abilissimi matematici, abbastanza digiuni però di formazione culturale fisica. Essi si avventurarono in un campo infido quale quello della fisica teorica dove persone anche più navigate si sono perse. In breve, le loro opere sono un misto di intuizioni geniali e di errori e confondimenti abbastanza banali. Il livello assai diseguale della qualità della loro produzione ha sicuramente contribuito all’ oblio della loro opera.

Non è questo il luogo per una analisi critica, tuttavia è opportuno forse accennare all’ errore che probabilmente più ha influito nel rigetto totale del loro programma: la credenza nella sintropia.

Il pensiero di Fantappié era sicuramente affascinato dalla simmetria degli opposti, che lo spinse ad irrigidirsi in una interpretazione insostenibile della elettrodinamica, già considerata e scartata da Poincaré decenni prima.

Molto in breve, si tratta di questo. Consideriamo un canale orizzontale contenente un liquido in quiete. Se si perturba il liquido, in esso si generano delle onde che possono viaggiare indifferentemente nelle due direzioni del canale. Ciò accade perché, naturalmente, i due versi di una stessa direzione spaziale sono assolutamente simmetrici rispetto al fenomeno della propagazione delle onde. Invece l’onda generata si muove in una sola direzione del tempo : dal passato verso il futuro, come del resto fa qualsiasi altro processo fisico. Se si getta un sasso in uno stagno le onde divergono dal punto di impatto allontanandosi all’ infinito mentre nessuno ha mai visto onde convergere spontaneamente dall’ infinito in uno stesso punto.

Questo nella relatività galileiana. Nella relatività einsteiniana le cose sono un poco più complesse perché in essa il tempo figura come una quarta coordinata dello spazio. Dunque come le onde possono propagarsi nei due versi di una stessa direzione spaziale, esse possono propagarsi nei due versi della direzione temporale. In altri termini : la teoria della relatività einsteiniana richiede che le equazioni delle onde (per esempio, delle onde elettromagnetiche) siano simmetriche rispetto alla inversione del tempo e questo a sua volta implica che un onda può viaggiare anche all’ indietro nel tempo.

E’ comunque un dato di fatto sperimentale che le onde elettromagnetiche non viaggiano indietro nel tempo.(*) Così, la teoria elettromagnetica usuale è errata o incompleta. La cosa più semplice da fare è assumere che sia incompleta, e completarla con l’ aggiunta di un adatto postulato che elimina la propagazione all’ indietro nel tempo; questo è quello che i fisici teorici hanno fatto fin dall’ 800, e che si studia sui testi di scuola. Altre soluzioni più raffinate del problema sono divenute disponibili dopo l’ avvento della teoria quantistica, ma non le discuteremo.

Fantappié si era convinto che le propagazioni all’ indietro nel tempo fossero reali. Ai suoi occhi esse sarebbero state responsabili dei fenomeni di ordinamento e di crescita dell’ organizzazione nei sistemi complessi, in particolare biologici, e scrisse vari articoli e libelli sull’ argomento. Giuseppe Arcidiacono e suo fratello Salvatore lo seguirono poi sulla medesima strada.

I nostri non capirono mai che la crescita e la decrescita di ordine nei fenomeni materiali dipende, in generale, da fattori completamente diversi dalla azione delle onde elettromagnetiche. Inconsapevoli di questo ascrissero la tendenza al disordine (entropia) all’ azione delle comuni onde che si propagano in avanti nel tempo, e la tendenza all’ ordine (sintropia) all’ azione delle onde che si propagano all’ indietro nel tempo.

Ricordo che cercai invano di far ragionare l’ amabile prof. Arcidiacono su un fatto elementare quanto definitivo : tra le onde elettromagnetiche ci sono le onde luminose e quindi, se la luce si propagasse anche all’ indietro nel tempo, ciascuno di noi dovrebbe poter vedere comunemente anche eventi futuri(**), ciò che non si verifica eccetto che nelle circostanze eccezionali della fenomenologia paranormale(***).

Fantappié ed Arcidiacono non proposero tale bizzarria quale argomento a se stante, ma la presentarono – soprattutto Arcidiacono - come parte integrante della loro cosmologia. Inutile dire che l’ effetto sulla credibilità di quest’ ultima fu nefasto(****).

 

------------- Note: ---------------------

 

(*) Chi lo ha dimostrato, quando e come?

(** ) Ma il contrario della luce è il buio (non luce). Chi lo vede? Semplicemente noi, non abituati, potremmo non saperle captare oppure interpretare …

(***) Ammette eccezioni? Ma il Cicap dice che il paranormale non esiste, quindi è...normale, casomai episodico. Allora può succedere…

(****) Da parte di chi? Inquisitori? Scienziati scettici o ignoranti?

Mah, se questi sono gli argomenti, siamo messi proprio male, cari scettici … (n.d.r.)

 

Vedi anche Scienza e Fede

 

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...segue RICORDANDO IL MAESTRO      (Articolo di G. Dembech pubblicato su "Il Nostro Tempo" di Torino in ricordo di Rol).

 

E’ un credente, ha il cuore puro, non è avido di successo né di danaro. Si nasconderà sempre, rivelandosi soltanto a quei pochi (o molti) con cui negli anni viene in contatto. Sarà sempre molto schivo, diviso fra due realtà dimensionali, quella di spirito e materia,  che non hanno nulla in comune, eppure sono entrambe reali…

Negli anni a venire sarà invidiato dai prestigiatori perché compie autentici prodigi senza trucco, detestato dagli scienziati perché sconvolge i loro canoni , sarà incompreso da tutti e spesso tacciato di mistificazione.

In effetti la scienza non può capirlo, Rol parla di poteri dello Spirito ma gli scienziati non sanno cosa sia, non ha peso specifico, non si vede al microscopio… la scienza non ammette l’esistenza dello Spirito, proprio non sa da che parte andarlo a cercare…  Per la scienza non ci sono i parametri, non c’è una base comune di dialogo.

I servizi segreti internazionali invece, non perdono tempo in speculazioni filosofiche, sanno che queste cose funzionano e da sempre tengono i veggenti sotto controllo. Rol fu un veggente straordinario e come tale fu sempre marcato stretto dalla varie “Intellligence”

Ma a lui non interessava penetrare con la mente nei piani d’attacco, e forse, non ci sarebbe riuscito…

E’ pur vero che, quando i nazisti installarono il  loro quartier generale nella sua casa nel pinerolese, li intrattenne ogni sera con i suoi prodigi… Lui stesso mi raccontava di come riuscisse a metterli in contatto fenomenico con le loro famiglie in Germania, a uardare dentro alle loro case lontane. Si, in questo senso ha usato largamente i suoi poteri, ma non fu mai un gioco e né una mera esibizione di potere. Usava gli esperimenti riusciti, le lettere “precipitate” dal nulla sul tavolo come merce di scambio per salvare la vita ad ostaggi che non sarebbero stati fucilati ilo giorno dopo…

Silvan ha detto scioccamente che tutti gli esperimenti di Rol si possono replicare ”con il trucco”. Vorrei tanto vedere Silvan accomodato su quella stessa  poltrona per tentare di abbindolare “con il trucco” quegli stessi feroci interlocutori!

Tutto il resto ormai appartiene alla storia… Storia raccontata in molti libri, alcuni veri, alcuni un po’ meno. Quello che continua a sorprendermi è il coraggio con cui  vengono pubblicati a getto continuo libri che sono soltanto collages messi insieme da chi Rol non lo ha mai conosciuto e si è limitato a rubacchiare ciò che hanno scritto  altri.

Nei giorni dell’anniversario la carta stampata ed i salotti televisivi rigurgitavano di personaggi, alcuni noti, altri perfetti sconosciuti che pontificavano vantando assidue frequentazioni, amicizie consolidate, eventi straordinari a cui hanno assistito. E Rol dall’aldilà li osserva mentire spudoratamente…

C’è addirittura chi, ha aggiunto al proprio, il cognome di Rol, firmando articoli su giornali  e riviste, e nessuno si preoccupa di verificare…

Vorrei vedere se decidessi di firmare i miei articoli con Giuditta D’Annunzio , cosa succederebbe!

Contemporaneamente si è levata l’onda lunga dei detrattori, di coloro che insistono nel definirlo mistificatore, di nuove leve di prestigiatori in cerca di notorietà. Chissà perché finchè Lui era vivo hanno taciuto?

E nuovamente da Bruno Vespa è riapparso Silvan, (ormai la mummia di sé stesso) che ripete quanto aveva già detto vent’anni fa: “posso rifare con il trucco qualunque suo esperimento: dalla carta che attraversa il tavolo, alla scrittura a distanza, ai quadri che si dipingono da soli”. Ma certo, non lo mettiamo in dubbio…

E a Silvan rispondo con le stesse parole che ho pubblicato sulla rivista che dirigevo allora: “Il trucco è un trucco, ma i doni dello Spirito rimangono un mistero. Chiunque può copiare la Gioconda, ma soltanto dopo che il genio di Leonardo l’ha ideata, traendola dai mondi dello spirito per portarla nel mondo della materia sulla tela…”

I detrattori di ogni ordine e grado si sono coalizzati con una virulenza mai vista prima, forse perché Lui ormai non può zittirli. Ma per quanto abbiano cercato di alzare la loro potente voce per coprire un brusio vasto e persistente, non approderanno mai a nulla.

La scienza con Rol ha perso il treno, non l’ha capito da vivo, figuriamoci adesso che se parla per sentito dire e ne parlano impostori e mitomani… Rol  ha attinto a leggi ed energie della Natura che ancora non sono state conosciute, comprese e nè codificate, non in quest’epoca almeno…

Sta accadendo nuovamente ciò che accadde per Lavoisière, il più insigne scienziato della Francia del 1600: gli portarono ad esaminare alcune pietre cadute dal cielo; lui, dopo averle lungamente esaminate disse: “non esistendo pietre nei cieli, ergo queste pietre non possono ricadere sulla terra…”

La scienza del suo tempo ancora non sapeva nulla dell’esistenza dei meteoriti, anziché ammettere la propria non conoscenza della materia, si preferì negare l’evidenza ed accusare di frode chi le aveva viste cadere…

Esattamente come fa la scienza di oggi, circonda di discredito e ridicolo chi la contraddice…

 Si, il paragone calza, Rol è stato un meteorite vivente piombato troppo in anticipo sui tempi, ed hanno tentato di riservargli lo stesso trattamento…

Di Lui, per quanto ho visto e sentito in prima persona posso parlare con cognizione di causa, senza timore di essere smentita o zittita da alcuno, perché IO C’ERO…. Io c’ero e ci sono stata per circa venticinque anni, con un’amicizia granitica, serena, disinteressata…

Si, Rol mi ha fatto dei regali: qualche disegno scarabocchiato su fogli di notes, una tartaruga di porcellana, una scatola di Limoges per mia figlia Jacqueline, altre piccole cose prive di valore materiale, ma inestimabili perché erano sue…

Quando gli ho telefonato per la prima volta ero una giovane cronista della Gazzetta del Popolo, e come tutti i principianti sognavo l’intervista al mostro sacro, quell’intervista da prima pagina che aveva sempre negato a tutti.

Sapevo che raramente rispondeva al telefono e che detestava i giornalisti, ma caparbiamente ci ho provato… Con mio immenso stupore ed emozione rispose subito.

“Senti bene ragazza, come giornalista non ho nulla da dirti, e non permetterti di pubblicare neppure una mia parola, ma come persona invece…”

Non lo lasciai neppure finire: “dimentichi la giornalista, le do la mia parola d’onore che non la tradirò mai”.

Non l’ho mai fatto, ero e sono sincera, e lui lo sapeva; Un giorno mi disse che mi stava aspettando e che sapeva che prima o poi sarei arrivata…

Da quel giorno, per quasi un anno, scambiammo lunghe conversazioni telefoniche quotidiane in cui si parlava di tutto, ma non d’incontrarci…

Decise lui quand’era il momento, e la notte precedente non riuscii a chiudere occhio. Arrivai da lui completamente vestita di bianco, mi sembrava il più adatto al mio stato d’animo.

 Ricordo il suo primo sguardo azzurro e penetrante, di falco e di bambino… Mi attraversò l’anima e in un lampo vide qualcosa che allora non potevo capire e che non compresi ancora  nei vent’anni successivi… Mi guardò in controluce dicendomi “Si, hai una bellissima aura, sono proprio contento di averti conosciuta, però, ora ragazza mia, di corsa dal medico”. ragazza mia, di corsa dal medico”.

Mi lasciò in piedi nell’ingresso, davanti al busto di Napoleone che troneggiava sopra al pianoforte e si avviò al telefono per chiamare il suo medico di fiducia, il dott. Gaito. Insistè perché mi visitasse al più presto, mettendogli anche  una gran fretta.

Naturalmente stavo benissimo e anche il dottore mi trovò in ottimo stato, ma si preoccupò perché sapeva bene chi mi aveva indirizzato a lui,

Ogni volta che mi incontrava, guardandomi Rol scrollava la testa e mi ripeteva: “Giuditta, non hai idea di quanto ti stia aiutando...”

 No, non ne avevo idea, nonostante tutte le cose che avevo visto accanto a lui, pensavo fosse un suo vezzo per farsi coccolare…

L’ho capito vent’anni dopo, quando, stroncato dal dolore per la perdita di sua moglie, forse il Grande Vecchio abbassò la guardia, la sua amorevole protezione si allentò ed il destino fece il suo corso. Accadde allora ciò che lui vide il giorno del nostro primo incontro: una lesione al midollo spinale mi lasciò completamente paralizzata, inerte come un vegetale, ma questa è una storia, fortunatamente (quasi) a lieto fine…

In tutto il tempo trascorso accanto a lui, di cose incredibili e meravigliose ne ho viste tante, molte più di quante possa e sia autorizzata a raccontare.

Gli piaceva il mio carattere, apparentemente forte, ma in effetti forte, indipendente e determinato. Pur accettando con gratitudine i suoi insegnamenti ero pronta a discuterli, a confrontarli con le mie teorie teosofiche. Gli piaceva il mio modo di scrivere, semplice, incisivo, capace di semplificare e divulgare anche i concetti più complessi, e soprattutto sapeva che non avrei mai tradito la sua fiducia, e così è stato…

Decise che ero la persona giusta per raccogliere il suo raccontarsi e scrivere quel famoso, mitico libro sulla sua vita. E così, da un certo punto in poi mi permise di registrare…

Rimanemmo d’accordo che avrei potuto usare un piccolissimo apparecchio a pile; potevo tenerlo sulle ginocchia ma coperto col foulard. Non sopportava di vedere i nastri in movimento; diceva che quelle ruote gli rubavano la vita, lo trascinavano via.  Questo compromise molto la qualità dell’audio, ma era la prima volta che si concedeva alla tecnologia, e gliene sono grata, perché oggi possiedo l’unica testimonianza esistente, con i rumori della sua casa, il telefono che suona in continuazione, i passi di sua moglie che ci raggiunge per il thè…

Cosa dire di lui che non abbiano già detto gli altri? Che il suo salotto era inaccessibile; che per arrivare fino a lui non servivano raccomandazioni, preghiere, suppliche, pressioni. Talvolta, in via eccezionale, ci autorizzava a portare un amico, ma di solito era lui a scegliere, seguendo una sua logica imperscrutabile.

Imprenditori, artisti, prelati, politici, luminari della medicina, della letteratura, talvolta anche regnanti, hanno bussato alla sua porta; a volte ricevuti, a volte no…

Dinanzi ai loro occhi sciorinava i suoi poteri, in piena luce, con la semplicità di un gioco… Ma non erano giochi, erano prodigi!

Ricco di famiglia, non aveva necessità di danaro, devolveva grandi somme in beneficenza; aiutava persone in difficoltà, e spesso ricorreva alla sua vastissima rete di conoscenti per risolvere i problemi quotidiani di quanti si rivolgevano a lui disperati.

Lo si incontrava spesso in ospedale, arrivava inaspettato al capezzale di qualche ammalato per portargli sollievo materiale e spirituale, talvolta anche guarigione, ma ci proibiva anche solo di farne cenno. Non voleva che lo si scambiasse per un guaritore, ma in effetti aveva anche quel dono.

Nella sua straordinaria vita, lunga quasi tutto un secolo, conobbe i più grandi del suo tempo, da Mussolini ad Einstein a d’Annunzio, a vari pontefici.

Sulla base di conoscenze teosofiche, posso affermare che il suo compito fu grande, non compreso e né investigato. Rol aveva lo stesso compito portato avanti un secolo prima da Helena Blavatsky, dotata degli stessi poteri. Come lei, Rol doveva dimostrare ai potenti della terra con cui venne in contatto, che lo spirito ha il potere di interagire e modificare la materia. Che la materia stessa è spirito, e come tale ubbidisce a leggi spirituali, anche se ancora non conosciute e codificate dalla scienza.

E i grandi della terra, anche le menti più eclettiche non lo compresero, ammaliate dai suoi prodigi gliene chiedevano sempre di nuovi e più complessi, gli chiedevano previsioni sul futuro, sull’economia, gli affetti, gli andamenti politici, ma non si preoccupavano di capire da dove, e come attingesse a quelle sue facoltà.

E quegli stessi privilegiati (migliaia) che per anni hanno affollato il suo salotto, o hanno bramato per un incontro, ora tacciono, si defilano, non vogliono apparire.

Perché non raccontano ciò che hanno visto, sentito, ottenuto da quell’uomo cortese e riservato? Se chi sa tace, saranno soltanto i  detrattori a parlare, e non ci sarà nessuno di qualificato a zittirli, e la bilancia che dovrebbe pesare la verità pende dalla parte sbagliata…

 

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