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La Luce e la vita

Free Energy

Casella di testo: Progetto MEG / COP /Joe cell

Il MEG produce energia elettrica, apparentemente dal nulla, intercettando le onde longitudinali elettromagnetiche che esistono in abbondanza quasi infinita nel vuoto dello spazio.  Questo oceano di energia che permea tutto, qualche volta è chiamato "energia del punto zero", poiché permane anche alla temperatura dello zero assoluto.  Secondo la teoria, il MEG non infrangerebbe la legge di conservazione dell'energia, pur se la questione appare controversa, infatti la "conservazione" avverrebbe attraverso il continuum  spazio-temporale.

Nel circuito qui a destra abbiamo una bobina (un solenoide) alimentata da una batteria. Finché il circuito è chiuso, la corrente passa generando un campo magnetico nella bobina e nello spazio attorno.  Se però apriamo improvvisamente il circuito, per la cosiddetta reazione di Lenz, la tensione e la corrente circolante hanno entrambe un picco improvviso, prima di interrompersi, superiore ai valori iniziali.

Il MEG è capace di sfruttare la suddetta asimmetria.

Come è fatto il MEG

Potrebbe anche sembrare una specie di trasformatore, ma non lo è.  Essenzialmente si compone di un nucleo magnetico rettangolare microcristallino, con interposto un forte magnete permanente, due piccoli avvolgimenti attuatori (input) detti di controllo e due avvolgimenti collettori di uscita (output).  Agli avvolgimenti di controllo va collegata una fonte di impulsi ad una frequenza determinata, e a quelli di uscita il carico.

A dispositivo spento, il flusso magnetico prodotto dalla presenza del magnete permanente centrale si suddivide equamente entro le sezioni delle due C laterali del nucleo ferromagnetico.

Alla attivazione del dispositivo, un impulso ad uno solo dei circuiti di controllo devia il flusso in una sola metà, poi l'impulso cessa e - mentre il campo tende a ridistribuirsi - arriva l'impulso all'altro controllo, che forza il flusso nell'altra metà, e così via.

In breve, il flusso viene fatto rimbalzare da una metà all'altra del nucleo ferromagnetico, per mezzo di impulsi sincronizzati inviati dai circuiti di controllo.

Dopo qualche ciclo, si ha la saturazione, ed è possibile cominciare ad attingere energia dal picco di tensione e di corrente prodotto dalla reazione di Lenz, tramite i collettori.

Rendimento >1?

Usando invece un forte magnete permanente per saturare inizialmente il nucleo e, soprattutto, usando un nucleo ferromagnetico microcristallino ad alta efficienza (al posto dei normali lamierini per trasformatori), si è prima riusciti gradualmente a ridurre e poi eguagliare la dissipazione dei materiali (COP = 1), e successivamente a ricavare più energia di quella immessa nei circuiti di controllo (COP > 1), grazie al ping-pong imposto al flusso magnetico nel nucleo e al suo opportuno sfruttamento tramite i collettori.  

Il rendimento è aumentato di molto innalzando la frequenza dagli iniziali 50 Hz (presi direttamente dalla rete) sino agli attuali 40.000 Hz (generati da un oscillatore).  Al momento risulta essere stato raggiunto un COP*=5, cioè viene ottenuta 5 volte l'energia in entrata!

(* COP= Coefficient of Perfomance)

Il progetto MEG

- Scienza di confine:

 

· La Fusione Fredda

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Qualche precisazione di Fisica...

 

COP è l'acronimo dell'inglese "Coefficient of Performance", ossia "Coefficiente di Prestazione"

Non si deve assolutamente confondere il COP con il rendimento (efficienza termodinamica), perché sono due cose molto diverse.  Tuttavia, anche chi conosce la Fisica non sempre ha le idee chiare, e spesso le due cose sono citate a sproposito persino nei libri.

 

 EFFICIENZA O RENDIMENTO

 

Il concetto di efficienza o rendimento è abbastanza chiaro e intuibile.  

Ogni dispositivo ha un ingresso e una uscita:  per esempio, un motore elettrico assorbe  energia elettrica e sviluppa, in uscita, energia meccanica.  Il rapporto tra le due energie dà appunto il rendimento del motore.  L'efficienza di un qualunque dispositivo può essere dunque definita come l'energia utile totale all'uscita del dispositivo, diviso l'energia totale fornita all'ingresso.

Si ricorda che, secondo la termodinamica, nessun sistema chiuso può mai avere una efficienza maggiore del 100% (η=1), poiché sarebbe violata la legge sulla conservazione dell'energia.

 

COP

 

Per spiegare il COP c'è bisogno del concetto di ambiente, cioè dello spazio fisico attorno al dispositivo, perché il coefficiente di prestazione dà appunto la misura dell'efficienza energetica in rapporto all'ambiente.

La resa di una pompa di calore è misurata dal coefficiente di prestazione "COP", dato dal rapporto tra energia resa (alla sorgente di interesse) ed energia consumata (di solito elettrica). Un valore del COP pari a tre vuol dire, ad esempio, che per ogni KWh d'energia elettrica consumato, la pompa di calore renderà 3 KWh di calore.

Quando usata per scaldare con un clima mite, una tipica pompa di calore ha un COP da 3 a 4 (mediamente a 10°C raggiunge 3,3, mentre a -8°C si ferma a poco più di 2), mentre una classica stufetta elettrica ha un COP massimo teorico pari a 1. In altre parole 1 joule di energia elettrica permette alla stufetta di dare 1 J di calore, mentre, in condizioni ideali, permette a una pompa di calore di muovere molto più di 1 J di energia termica da un luogo più freddo a uno più caldo.

A volte questo concetto è espresso dai venditori di pompe di calore con la dichiarazione di un'efficienza maggiore del 100%, ma ciò non è corretto, in quanto quel lavoro non produce calore, ma lo muove.

Il coefficiente  delle prestazioni (COP) è semplicemente il rapporto dell'effetto di raffreddamento prodotto espresso in BTU/hr, diviso l'assorbimento di energia espresso sulla stessa base.

12.000 BTU = 1 tonnellata di raffreddamento  [1kW=12.000/3.413=3,516]

Ogni chilowatt è equivalente a 3.413 BTU, quindi 0,6 chilowatt sono di 2.048 BTU. C’è una formula semplice per calcolare il COP direttamente da tutto il dato kW/ton. Basta dividere semplicemente i kW/ton per 3,516 del refrigeratore per derivare il COP.

 

Il COP nella free-energy

 

Nei generatori free-energy - per esempio il MEG - si ottiene energia riuscendo in qualche modo ad "intercettare" un flusso che tutto permea nell'universo fisico.  

Tali dispositivi, in vari modi, creano condizioni particolari dette di "asimmetria", per le quali questo misterioso campo irrompe nel sistema, come se avesse una sua "pressione" costante.

Nel caso del MEG, per esempio, il picco magnetico di rimbalzo che si produce nei suoi avvolgimenti per l'effetto Lenz, è prodotto dallo spazio stesso in cui si trova.  L'operatore immette per esempio 10 watt, e come conseguenza nel nucleo ne "irrompono" , per esempio, altri 90.  

Tutto ciò avviene all'interno del MEG, prima dell'uscita.  Adesso poniamo il caso che, a causa delle resistenze interne e delle varie inefficienze, il dispositivo perda o "sprechi" metà dell'energia, e quindi all'uscita giunga solo il restante 50%...

Allora abbiamo:  10 watt forniti in ingresso al MEG, più 90 watt che questo di conseguenza estrae dallo spazio, che assieme fanno 100 watt, che in uscita diventano soli 50 watt, per le perdite.  

Ed ecco svelato come si arriva al COP:  entrano 100 watt in tutto e ne escono 50, però l'operatore nel MEG ha messo in ingresso solo 10 watt:  dunque l'uscita utile è 5 volte maggiore.  

Si dirà dunque che per tale MEG l'efficienza è del 50%, ma con un COP=5.

Per capire meglio la FREE ENERGY:

 

Le equazioni di Maxwell, insegnate nelle università sono, realmente, equazioni “epurate” da Heaviside e costituiscono soltanto una versione semplificata di ciò che Maxwell originalmente aveva scritto.

 

La teoria di Maxwell-Heaviside di elettrodinamica ha più di cento anni ed è, in realtà, un troncamento della teoria di Maxwell del 1865 fatta di 20 equazioni in 20 incognite (quelle specificamente  elencate negli scritti originali del 1865). Poiché  è stata alterata, persino Maxwell avrebbe voluto rivederla dopo la pubblicazione della prima edizione del suo famoso trattato nel 1873.

Di conseguenza, Maxwell la stava rivisitando e, praticamente la stava riscrivendo, quando sopraggiunse la sua morte nel 1879.

La seconda  e la terza edizione, quindi, non sono la teoria originale di Maxwell, ma una sua rielaborazione.

Ulteriore grande semplificazione è stata proposta da parecchi scienziati dopo la morte di Maxwell, nel 1880 e principalmente da Heaviside, da Hertz e da Gibbs.

Le equazioni insegnate oggi nelle università come “teoria di Maxwell” sono ombre pallide di quelle formule.

Esse stesse sono in realtà le equazioni e le notazioni di Heaviside, ulteriormente rivisitate da Lorentz (il quale ha cancellato sistematicamente  tutti i sistemi di E.M. con COP>1 che prendono la loro energia eccedente dal vuoto).

Quando queste equazioni, alterate, di Maxwell sono state adottate generalmente, si è presentato in un breve dibattito  (principalmente sui giornali) dove i “vettoriali” hanno scartato semplicemente il lavoro degli “scalari”.

Non è stato fatto “per amore della scienza” ma solo da dogma puro e dalla particolare predilezione per la semplificazione. [T.E.Bearden]

 

Dal libro:  IL SEGRETO FINALE DELL’ ENERGIA GRATUITA

di T. E. Bearden

 

Quasi tutto quello  che di fondamentale ci è stato insegnato sulla energia EM (elettromagnetica) è errato o incompleto. Anche la definizione di energia nella fisica è errata! Permettetemi di riassumere alcune delle cose che sono errate nel Modello Classico Elettromagnetico (CEM) come segue:

Il CEM utilizza ancora un modello basato su un etere materiale.

Benché l'esperimento Michelson-Morley distruggesse l'ipotesi di etere materiale nel 1887, il modello classico EM non è stato mai corretto.

Non contiene nessuna definizione di carica e nessuna definizione di potenziale. In molti casi, gli algoritmi per calcolare una grandezza sono evidenziati ed erroneamente proposti come "definizioni".

Il CEM descrive ancora i campi di forza come le cause di tutti i fenomeni EM; è risaputo dal 1959 che le  forze sono effetti e non cause, che campi di forza EM esistono solo in e sulle particelle caricate di massa nel sistema fisico e che i potenziali sono le cause primarie dei fenomeni EM.

La mancanza di definizioni definitive di massa e forza è rimandata nella meccanica della teoria EM; non c'è alcuna definizione adeguata di forza EM o di massa EM.

La grandezza della carica elettrica su un elettrone non è quantizzata. Invece, è discretizzata, essendo una funzione della grandezza della variazione del Flusso Photonico Virtuale (VPF) tra il vuoto e la particella carica.

Quando la particella carica è messa in un potenziale che è diverso da quello ambientale, allora la grandezza del VPF e perciò la grandezza della carica elettrica dell’elettrone, si altera. L'ipotesi CEM di un "vuoto vuoto" è smentita totalmente dalla moderna meccanica quantistica.

Il concetto CEM che i campi di forza EM e le onde di campo di forza esistono nel vuoto è totalmente falso. Esistono solo i potenziali e i gradienti di potenziale nel vuoto.

Le onde EM nel vuoto non sono onde di campo di forza come prevede la CEM; invece, essi sono oscillazioni di potenziali e di gradienti di  potenziali.

I potenziali hanno una struttura bidirezionale EM di onde-in-coppia, dove le coppie di onde bidirezionali sono bloccate in fase in una serie armonica. In ogni coppia di onde, fotoni e antifotoni si uniscono e si separano continuamente (nella rotazione-2 gravitoni).

È qui che la gravitazione e l’elettromagnetismo si unificano.

La nozione CEM che le singolari forze EM esistono sia nella materia che nel vuoto è falso; la terza legge di Newton richiede che tutte le forze esistano in coppie opposte.

Non una sola delle equazioni che vengono  universalmente insegnate come "le equazioni di Maxwell" sono mai apparse in qualsiasi libro o documento di James Clerk Maxwell; invece, esse sono le equazioni di Oliver Heaviside.

….

L'energia potenziale di tutto il sistema EM può essere scambiata liberamente, a volontà.

Significa che, se apriamo le nostre menti a questa nuova realtà, possiamo ricavare tutta l'energia EM che desideriamo, direttamente dal vuoto, dovunque nell'universo...

Joe Cell: l'energia censurata

 

Si tratta di una cella d'energia, all'interno della quale una reazione chimica consente di produrre un'energia con caratteristiche sconosciute: non si tratta né di ossigeno, né di idrogeno, né di un fluido. Può essere installata su un motore di un'automobile, o collegata al sistema di riscaldamento o elettrico, donandovi così energia perpetua e gratuita.

È costituita da una contenitore di metallo, carico positivamente (anodo), in cui si trovano alcuni cilindri di cui uno è neutro, e l'altro di polarità negativa, e all'interno del quale viene versato circa mezzo litro d'acqua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta un semplice cilindro d'acciaio all'interno del quale vi è un altro elemento cilindrico perforato, caricato negativamente, poi collegato ad un cilindro esterno, caricato positivamente con una batteria di 12V: la reazione elettrica data dai due cilindri porta l'acqua ad ebollizione. Il primo cilindro ha la forma di un tubo d'acciaio, dalle dimensioni 870mm x 100mm; una parte del tubo ha un coperchio di vetro da cui si può osservare la reazione dell'acqua al suo interno. Dalla parte opposta ha un coperchio di plexiglass con un buco dal quale di collegava il cilindro interno collegato ad polo negativo della batteria. Quest'ultimo aveva dimensioni di 600mm x 87mm, con dei buchi dalla forma romboidi e dalle dimensioni 12mm x 8mm.
Volendo installare la cella d'energia all'interno di un motore a scoppio, all'altezza dell'ultima terza sezione del tubo esterno va collegato un tubo di plastica con diametro di 12mm, che va poi immesso in quella parte del carburatore che serve a pre-riscaldare il combustibile. Riempiendo la cella con l'acqua, dopo averla collegata ad una batteria di 12V, potrete notare, dai buchi della parte opposta del cilindro, che la cella
si riempie di bolle bianche e che anche sulla superficie dell'acqua si forma del vapore bianco.

Ad un primo impatto potreste pensare che si tratti di vapore acqueo, o che comunque la cella è in grado di fornire combustibile al carburatore. Una volta accesa l'auto, e mantenendo il motore senza velocità, potete scollegare il tubo che forniva la benzina: potrete notare che il motore rimarrà comunque acceso, anche senza avere combustibile, mutando solo i giri a cui funziona. Tenendo il motore accesso per un po' di tempo, potreste pensare che va a vapore, e provando a spegnerlo scollegando la cella dalla batteria, con vostra sorpresa, il motore resterà ancora acceso, come se non fosse successo nulla! Il motore può spegnersi solo con la chiave d'accensione dell'auto.

Potrete utlilizzare la vostra auto senza benzina, senza il collegamento della batteria e della cella. Cosa accadde nel motore, quali forze agiscono dunque sui cilindri, implosione, esplosione oppure combinazione di tutt'e due?
L'unico gas che entra nel motore e lo mantiene acceso è l'ARIA, e ciò che lo alimenta è un combustibile, una fonte segreta di energia alternativa, oppure qualcosa che forse si può controllare con la propria mente. Una terza alternativa non esiste: questa è un'energia nuova, che la scienza che tutti noi conosciamo ignora.

Dopo questo esperimento, è stata progettata la prima cella di Orgon-Mark I. E' stato osservato che quanto più piccola è la cella, tanto più è efficace il meccanismo, almeno come una di maggiori dimensioni, oltre al fatto che è così possibile installarla più facilmente sul motore dell'auto. È stata accorciata la lunghezza della cella, sino a 435mm, ed è stata installata nel portabagagli di un'auto. Durante la notte, la cella si scaricava e occorreva collegarla per 3 minuti alla batteria l'indomani mattina, un problema che può essere superato installando semplicemente una batteria di 1,5 V alla cella. Ma potrete notare che la batteria non si scarica dell'energia solo quando è collegata con la cella, e durante il viaggio la cella di Orgon collegata ad una batteria di 1,5V, la potenza del motore aumenta moltissimo.

Il motore inoltre non si riscalda, né rilascia nell'atmosfera alcun tipo di gas.

Questa è l'energia biocosmica, energia della vita, un qualcosa che è stato sempre nell' universo, nell'etere, che è in tutti noi, ma sarà sempre un mistero fin quando non decideremo di pensare con essa, fin quando non apriremo gli occhi.

 

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Siti sull’argomento:

http://www.rexresearch.com/klein/klein1.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Stanley_Meyer

http://waterpoweredcar.com/stanmeyer.html

http://it.wikibooks.org/wiki/Utente:Ssspera/sandbox#Avviso